domenica 23 dicembre 2012

Cerco un centro di gravità permanente.

Concerto n. 1 per Mamikazen, M.o Ad, Coro e Pianoforte.
- Mamika, oggi ti metti al centro, eh.
- Ah... eh... veramente...
- Al centro. Ho deciso. Mi serve che stai lì.
- Mmmfhsphf... ok, ci provo.
...
- Scusate, permesso... scus... ops... scusa, corista V., posso mettermi qui?
- Mpf, perché?
- Perché l'ha detto il maestro.
- Ok vieni.
- Adesso però siamo dieci dietro e tre davanti... qualcuna di quelle 'diversamente alte' potrebbe andare davanti... Spighetta? Funghetto?
- Assolutamente no, il nostro posto è qui.
- Oh, beh, peggio per voi, vado io davanti. Poi non lamentatevi che non vedete.
- QUESTO E' IL MIO POSTO
- Corista White... come dici?
- QUESTO E' IL MIO POSTO CI VENGO IO
- Veramente, corista White, M.o Ad ti ha chiesto di stare dietro perché hai fatto poche prove...
- QUESTO E' IL MIO POSTO
- E poi sei arrivata in ritardo...
- QUESTO E' IL MIO POSTO
- Ok.
 ...
- Mamikazen, ti avevo chiesto di stare al centro. Invece sei finita in fondo a cantare da dietro la colonna e a girare le pagine a Vlad. Ma una volta non puoi fare quello che ti chiedo?
- Io vivo per compiacerti, Ad. Ma...
- Ma?
- Corista White è campionessa di nuoto e ha le spalle molto più larghe delle tue.
- Capisco.

Concerto n. 2 per Mamikazen, M.o Ad, Coro e Pianoforte.
Mamikazen questa volta è al centro della fila dietro. Dall'inizio della prova. Si è piazzata lì e il resto del coro intorno. Inamovibile, granitica nonostante gli strilli acuti dei soprani e il trauma del vedere il Maestro di fronte. E' molto fiera di avercela fatta, si sente come Amundsen, Messner e il dottor Livingstone tutti assieme. Ha un sorriso ebete e canta forte. Dopo la prova, le si avvicina M.o Ad.
- Mamika, ci sarebbe bisogno che tu presentassi i brani.
- ... Eh?
- Dovresti presentare.
- EH??? Non sento
- Dovresti presentare i brani. C'è una presentatrice che presenta i cori, poi ogni coro presenta i propri brani.
- ...
- Devi dire i brani e i nomi dei solisti.
- ...
- Qualche domanda?
- Non posso andare su e giù dal centro del coro, vero?
- No, direi di no.
- Quindi vado a mettermi in fondo dietro la colo... dietro la tastiera. E giro le pagine a Vlad.
- Perfetto.
- ...

venerdì 21 dicembre 2012

The DOOMED act, ossia l'atto dei Maya.

Mercoledì 20 dicembre, ufficio.
-Mamikazen, ti ho messo un meraviglioso atto di divorzio da Santo Domingo da trascrivere.
- Grazie CapoGentile, devi smetterla però di farmi questi regali o la gente comincerà a pensare male.
- Vero, che sono generoso?
- Ti adoro.

Un'ora dopo.
- TecnicoOrso, hai finito di smanettare nel mio computer?
- hm.
- Quindi è tutto a posto?
- h -
- Cioè, funziona tutto? Sei sicuro? Posso ricominciare a formare gli atti?
- h - mmm.
- Perché devo trascrivere questo cavolo di divorzio dall'estero, non vorrei bloccare tutta la II C dei matrimoni...
- h - nnn. Hm.
- grazie!
- prego.

Un'ora dopo.
- CollegaRomana, credo di avere un problema. Sono arrivata in fondo alla trascrizione ma...
- Che cc'è? Che tt'è successo?
- Nell'anteprima di stampa non compare il numero dell'atto...
- Nun è possibbile.
- Non... non c'è il mio nome... non ci sono i nomi degli intestatari... oddio... che cos'è?
- Prova a uscì, poi lo cancelli e 'o rifai.
- Asp... ecc... o c****, non si cancella!
- Come non si cancella?
- Non lo trova... mi dice che non c'è.
- Ma l'hai salvato prima di...?
- Sì ma non lo trova, non lo...
- Aspetta, ci metto le mani io.
- Grazie.
- Intanto avvisa tutti di non fà atti nella II C de matrimonio.

Un'ora dopo.
- %&!!!çç°°°°###§§§*_______________*
- CollegaRomana, senti, è tardi, io vado a casa, come disse Rossella O'Hara ci penserò domani, domani è un altro giorno... domani chiamiamo i gestori del sistema a Trieste, ce lo sbloccano loro...
- @@@??!!!++*******>____________________<

La mattina dopo, giovedì 21 dicembre.
- Ok, Mamikazen, da Trieste sono riusciti a cancellare l'atto. Che ne dici di rifarlo?
- Over my dead body, CapoGentile. Non stamattina. Non ce la posso fare. Sono ancora traumatizzata da ieri. A mezzogiorno devo celebrare un matrimonio. Sono inc****ta con TecnicoOrso che mi ha mentito dicendomi che andava tutto bene. Ho sonno perché ieri sera ho fatto vino bianco-vino rosso dopo un concerto. No way, non se ne parla.
- Allora lo facciamo da me nel mio computer. Prendi l'incartamento e vieni qui.
- SGRUNT. Va bene.

Un'ora dopo.
-  Oddio, guarda Mamika: nell'anteprima di stampa manca un pezzo dell'atto...
- Sono i Maya.
- Eh? Adesso lo cancello e lo rifaccio.
- NOOOOO! Non cancellarlo, capo, non farlo!
- Acc... non me lo cancella...
- Sono i Maya.
- Io provo a stamparlo.
- Oddio, sei pazzo? Non sui fogli degli atti, non sui...
- No, tranquilla, su un foglio bianco normale, che ti credi? Ecco qui... oddio, guarda, c'è tutto!
- Sei sicuro?
- Controlla.
- Hmmm... c'è tutto. Te l'ho detto, quest'atto è posseduto.
- Sono d'accordo. Stampiamolo velocemente e togliamocelo di torno.
- Ok. Vai.
- Stampiamo i documenti allegati... l'annotazione sugli atti di nascita...
- Capo...
-Oh cavolo, nell'annotazione viene fuori il giorno sbagliato. Abbiamo sbagliato qualcosa nell'atto?
- No... te l'ho detto, è posseduto. La Macumba di Santo Domingo. Dammelo che te lo correggo a penna.
- Assolutamente no, aspetta. Lo rifaccio. Ecco qui...
- Ehm... Capo...
- Eh? NOOOOOOOO!!!
- Sì. Hai ristampato l'etichetta sopra all'altra etichetta. Dobbiamo ricominciare da capo.

giovedì 20 dicembre 2012

Magie da asporto.

Una stradina ripida incastonata tra un palazzo antico, il Conservatorio, e la facciata di una chiesa.
E' quasi sera, le pietre scure della strada e dei muri sono appena rischiarate da un lampione lontano.
Una coppia di anziani si tiene a braccetto, immobile, sui gradini della chiesa. Hanno i visi rivolti in su.
Mentre cammino verso casa tentando di non scivolare con le borse della spesa sulle pietre umide li guardo e per un momento mi fermo anch'io, mesmerizzata.
Perché dalle finestre del Conservatorio, suonato da una piccola orchestra di fiati, sulla strada ricade questo.


mercoledì 19 dicembre 2012

Il baco nel sistema.

Sera. Ultima prova prima degli ultimi concerti prima della fine dell'anno.
Hallelujah di Haendel.
Ad lo ha ripassato con i tenori e i bassi facendo prove apposite. Con i soprani e i contralti no, perché "Tanto non c'è bisogno."
Partiamo tutti.
Dopo le prime dieci battute alcuni contralti cominciano a perdersi.
Dopo una ventina di battute, a cantare restiamo in due o tre.
Ad è costernato: "Ma alla prova da sole la sapevate. Andavate bene."
"Ma insieme non ce la facciamo", gli risponde la Dama di Picche.
"Ma la sapevate! Non è possibile." Ad è affranto: "Persino i tenori ormai la sanno", conclude scoraggiato.
"Dopo la prova ci fermiamo a provarlo, solo contralti."

Dopo la prova ci fermiamo a provarlo, solo contralti. "No, no! Così non va bene, sentite qui? è staccato, e poi va in su, non in giù." Ad pesta sui tasti, fa riprovare ogni frase daccapo più volte. Resto un po' lì a ululare poi vado a sistemare la stanza.

Alla fine restiamo in tre con la Maraschina. Mentre spengo le luci, controllo i bagni, chiudo la porta della banca del tempo, torno indietro perché ho dimenticato la borsa eccetera eccetera, Ad e la Maraschina parlano della contabilità del coro.
"Dov'è Mamikazen?", fa Ad. "Sono qui, non trovo le chiavi della macchina", rispondo, prendendolo sottobraccio mentre andiamo alle auto. Ancora non si dà pace.
"Ma alle prove la sapevate", insiste.
"Scusa ma ce l'hai fatta provare due volte alla corsara, che pretendevi?"
"Ma la sapevate. Io sentivo."
"Adesso io un po' l'ho imparata", fa la Maraschina, "a casa la ripasso e vedrai che per giovedì la so."
"Ma perché stasera non la sapevate?"
"Non guardare me", mi stringo nelle spalle, "se mi fai l'accordo io parto, lo sai."
Si gira e mi guarda con astio, "Allora... "
"Allora?"
"... allora io sentivo te, quando provavate da sole."

Insomma, può essere. In fondo sono vent'anni che la canto, non è colpa mia, invece le altre hanno dovuto impararla "per sentito dire". Magari mi sono girata un pochino verso di loro mentre cantavo e ho cantato un pochino più forte del solito, e qualcuna magari mi è venuta dietro, e tu hai avuto l'impressione che tutte la sapessero bene...

Ma se ti aspetti che io non canti alcune cose solo perché le so, aspetterai lunga pezza, mio caro.

(... oppure potresti deciderti a farci imparare qualcosa di nuovo, per cambiare...)

Tu mi fai.

Stasera sono al massimo senti come mi va la voce vocalità venuta benissimo adesso per la prova mi metto qui nel mezzo tra i contralti e i soprani così vedo bene sento bene sfoggio un po' che stasera ho messo la calza con lo stivale figo e l'abitino nero corto che si vede anche quello spicchio di tetta sempre seguendo il principio inderogabile per cui ogni tanto bisogna ricordarsi di essere femmina vai stasera sono al massimo stasera sono
- mamikazen.
- buonasera, el maliz.
- mamikazen, tu mi fai...
- dimmi, el maliz.
- tu mi fai...
- con parole tue.
- io sono vecchio, però...
- beh, vecchio, el maliz... diciamo maturo.
- no, sono vecchio, però tu mi fai...
- credo di aver.
- mamika, insomma, tu mi fai.
- ma questo è bene, el maliz, sintomo che il sangue ancora circola.
- è che proprio mi fai.
- bene.
- buona prova.
- a te.

lunedì 17 dicembre 2012

La cena è pronta.

"Alla cena della vigilia non c'è zia France."
"Porc... toccherà a me fare il secondo... vabbè, pizza."
"Però c'è zio Michibus."
"Orpo, sicuro?"
"Sicuro."
"Non è al Met?... al Covent?"
"Nah."
"San Carlo?"
"Già fatto..."

domenica 16 dicembre 2012

La ballata del figlio di Jimmy.


Nella caverna tappezzata di libri c'era un uomo, che a me ha sempre dato l'idea di un grosso gatto acciambellato sulla poltrona più comoda del salotto, a notare ogni minima cosa senza dare l'impressione di notare nulla, da sotto le ciglia, attraverso gli occhiali.
I gatti in effetti non hanno le ciglia e non portano occhiali, ma lui sì.

Era seduto su una sedia con un'altra sedia vuota a fianco, con un libro appoggiato sopra. Aveva una delle sue sciarpe da beau con un motivo grandi fiori, e ci guardava.
Guardava di sottecchi la caverna tappezzata di libri che andava riempiendosi di altre persone, alcune delle quali assomigliavano pure loro a dei gatti, altre no.
C'era Margherita col viso tondo da gatta amante del camino, Giovanna con le vibrisse tese a cogliere ogni minimo movimento, poi è arrivato Roberto, con il suo solito passo come di gatto che zampetta sul colmo del tetto, strusciandosi ai camini.
C'erano Simone, Chiara, Gabriella, Anna, Lucia, Francesco, Paolo, Rosaria, Pierpaolo, Giovanni e molte altre persone, con i cappotti lunghi e i berretti e i guanti, qualcuno se li è tolti, qualcuno no, e per un'ora siamo rimasti tutti lì, sulle sedie o sulla scala, a parlare del libro scritto dal gatto acciambellato sulla sedia, a chiederci se sia possibile conciliare poesia e narrativa, se un romanzo possa essere scritto in lingua poetica, se la musicalità sia un pregio o un incidente di scrittura.

In tutto questo, dell'autore io vedevo solo un piede, un piede libero, quello della gamba incrociata, un piede che si muoveva a tempo e senza accorgersene scandiva con la punta dondolante il ritmo musicale delle nostre discussioni.

lunedì 10 dicembre 2012

i coristi non sono normali.

tardo pomeriggio.
- allora, com'è andato il montaggio del palco?
- non me ne parlare, mamikazen. un disastro. io non ci voglio più avere niente a che fare.
- ma non c'era l'uomoconlavaligia? lui l'ha montato un sacco di volte...
- l'uomoconlavaligia non si è visto. ha detto che veniva e poi non è venuto. non ha manco telefonato.
- strano, non è proprio da lui.

sera, prima del concerto.
- mamikazen, hai saputo dell'uomoconlavaligia?
- cosa?
- ha avuto un incidente.
- COSA?
- con lo scooter. stava andando a montare il palco, un tizio contromano l'ha centrato in pieno con l'auto.
- MA COME STA???
- mah, pare costole rotte, polso rotto, vertebre così così, trauma cranico. quando si è svegliato non si ricordava più nemmeno come si chiamava.
- ...

il giorno dopo.
- allora, come sta l'uomoconlavaligia???
- un disastro. lo tengono sotto analgesici. però ha avuto un primo momento di lucidità.
- oh, fantastico! ha riconociuto la moglie? le figlie?
- no.
- allora? cosa ha detto?
- le sue prime parole sono state: "sono riusciti a montare il palco? com'è andato il concerto?"

sabato 8 dicembre 2012

L'uomo più secsi.

quando vivi con tre uomini in casa
dei quali, due sotto i dieci anni
la tua idea di "uomo attraente"
si lega inesorabilmente
alla capacità del soggetto in questione
di pisciare il più possibile dentro il water.

domenica 2 dicembre 2012

Uòscinton!

Lavorare all'ufficio di Stato Civile è fonte di continue meraviglie.

Sapevo, ad esempio, che nella prima metà del secolo appena passato un fermento di americanismo aveva percorso i nostri conterranei determinando il proliferare del nome "Washington" per i poveri infanti, con alcune amene varianti dettate dall'incomprensione dei suoni e/o dei fonemi stranieri.

Ignoravo però quante amene varianti.

Finché non ho fatto una ricerca.

E ho trovato...

WASHINGTON - perché qualcuno ci azzeccava, eh.

WASINGTON - più dolce, più... romagnolo?

WASINCTON - sincopato.

WAGSINTON - simpatico burlone

WASHJNCTON - orientalizzante

WASCHINGTON - ad abundantiam

VASINTO - traslitterazione classica

VASINTON - più fine, più bon ton

VASINGTON - un parente di Pinkerton?

VASHINGTON - il compromesso storico